mercoledì 2 gennaio 2013

Tortellini Bologna - Condividere secondo tradizione

L’idea era quella di fare un ripassino in compagnia sulla tradizione culinaria emiliana.
Su cosa se non sui tortellini?


Ognuno porta avanti le proprie poetiche io promuovo “La poetica del tortellino”.
E’ un piatto per me consolatorio, ho sempre dei tortellini e del brodo in congelatore, per i momenti della mia vita in cui ho bisogno di calore e rassicurazione. Il più delle volte però ne prendo un tipo artigianale che trovo al supermercato. Molto buoni per non essere fatti in casa.



Un pomeriggio in casa con le amiche a fare... tortellini.
Il primo problema come fare il ripieno?
Ho chiesto alle persone che conosco di Bologna, quali fosse la ricetta del ripieno delle loro mamme.
Ho scoperto un mondo di varianti: lombo si, oppure coppone, mortadella o mortadella e prosciutto di Parma, uovo sì o no?


A parte il variare delle dosi, gli ingredienti certi sono risultati: mortadella, parmiggiano reggiano, noce moscata, sale e pepe. Ma sul tipo di carne e soprattutto se cruda o cotta si apriva una vera diatriba, cosa che è avvenuta anche tra noi amiche durante la “produzione” dei magnifici e succulenti ombelichi di Venere. Non parliamo poi delle opinioni contrastanti sulle dimensioni del tortellino.

Esiste poi una controversia sulle origini della ricetta che si contende come spesso succede tra province di Bologna e Modena, come ne La Secchia Rapita del Tassoni.
“I tortellini sono considerati da sempre un piatto prettamente Bolognese, forse in pochi sanno che ancora oggi Bologna e Modena se ne contendono la paternità, ed è proprio a questa eterna rivalità che è legata la storia dei tortellini.”

Non essendo di Bologna, la mia ricetta di famiglia è quella dei cappelletti tra Rovigo e Ferrara, tutta un’altra storia.
Dovevo ricorrere a dei riferimenti bibliografici.
Ecco allora le grandi Sorelle Simili, venirmi in aiuto con la “loro” ricetta da Sfida al Mattarello.
Ma come non tenere presente la ricetta “Solennemente decretata dalla Delegazione di Bologna dell’Accademia Italiana della Cucina e dalla “Dotta Confraternita del Tortellino” e depositata con atto notarile il 7 dicembre 1974, dalla presso la Camera di Commercio di Bologna, Palazzo della Mercanzia”?

Non ho resistito anch’io ho prodotto la “mia” variante e ho capito che per ogni famiglia la propria ricetta è un dogma, è una certezza in cui credere e guai a sgarrare.



I tortellini sarebbero stati “consumati” durante il cenone di capodanno con gli amici, quindi ho raddoppiato le dosi, ottenendo 2,8 kg. di tortellini.

500 gr di lombo, la parte posteriore, più gustosa secondo le Simili Sister. A fette, messo a marinare come dice la ricetta delle “Dotta” per 2 gg. con aglio rosmarino sale e pepe (da togliere a fine cottura, prima di tritare la carne), cotto in padella. Ho aggiunto anche 2 noci di burro su suggerimento di Stefy, ma mi è pesato moltissimo.
400 gr di mortadella buona e 300 gr di prosciutto di Parma macinati insieme 2 volte, dal macellaio.
150 gr di parmiggiano, noce moscata, pepe.
Abbiamo impastato e tirato 18 uova con 1,8 kg di farina 00. Oltre a tortellini sono state fatti 2 bei vassoi ti tagliatelle. Probabilmente 12 uova di sfoglia erano suffucienti.

Le zdore complici erano: LaStefagna, Lory Lane, Betta, Chiccuzza e la mia Baba.

Per me i tortellini sono rigorosamente in brodo.
Il brodo di cappone fatto da Luca, grande ospite che ci mette a disposizione casa per i nostri capodanni, ha accolto i tortellini accompagnandoli nei nostri piatti fumanti, all’insegna di un nuovo anno fatto di passione, tradizione e amicizia.

Anche questa è arte inUTILE.