venerdì 7 giugno 2013

Gianna Regina Mazzoli - Verità, sogno e immaginazione.

Inaugura domani alle 17 a Castel San Pietro Terme la mostra di Gianna. Alla Galleria di Arte Contemporanea di Castel San Pietro Terme, Bologna.
Una mostra del cuore, di tutto l'amore che lei ha saputo "semplicemente" meritare.


























domenica 19 maggio 2013

L’inUTILE Gianna

Le foto sono del sopralluogo che con Luca, Franco Basile e Clemente Fava, abbiamo fatto a febbraio 2013 nel laboratorio a casa di Silla Gardenghi Mazzoli, dove ancora si respira la voglia di fare arte di Gianna.

Ora è quasi tutto pronto, il catalogo, con la presentazione di Franco Basile e le testimonianze tra gli altri di Clemente Fava, Giorgio Burnelli e Giampiero Cane, è in stampa. Le opere sono già impacchettate, aspettano solo di essere meravigliosamente mostrate, per un evento che oltre che essere commemorativo è una possibilità di vedere l’operato di una grande artista.



L’8 di giugno alle 17 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel San Pietro Terme si inaugura la mostra di Gianna Regina Mazzoli: “Verità sogno e immaginazione”. Una mostra voluta con tutto il cuore da quella che io chiamo “donna guerriero”, una donna eccezionale che non poteva che partorire una persona meravigliosa come è stata Gianna: Silla Gardenghi Mazzoli.




Una retrospettiva delle opere di Gianna Regina Mazzoli degli anni tra la fine del ‘900 e i primi del 2000. Originaria di Castel San Pietro Terme si era trasferita a Venezia dove aveva vinto come decoratrice, prima donna nella storia, il Premio Torta insieme allo staff di restauro della Palla di Punta della Dogana. Oltre 60 opere tra incisioni, acrilico, carboncino, collage su tela e su carta, in uno stile tra informale e figurativo di grande forza espressiva.




Gianna non l’ho conosciuta tanti anni fa, non ho vissuto con lei momenti di condivisione adolescenziale.
Io e lei eravamo già grandi quando Luca Guenzi ci ha presentate. Ho avuto modo di capirla bene, lei non era una persona di quelle che si barricano dietro a scudi o apparenze, era quella che si dice una ragazza genuina. Sincera, socievole, allegra e, non ultimo, creativa.

Per la mostra inUTILE magnETICO, al Museo di Zoologia di Bologna, maggio 2012, io e Luca abbiamo invitato i membri del gruppo a produrre opere che fossero pertinenti al tema dell’evento “Campi magnetici/Magnetic fields” organizzato dal Dipartimento di Biologia dell’Università, che avessero, come solitamente succede nel nostro movimento d’arte e di pensiero, una forte valenza ironica.
Gianna con la sua leggera presenza ha dato la “sua” interpretazione, spostando il focus del magnetismo da un approccio scientifico o ambientale a un’interpretazione metaforica che vedeva la sua espressione nel tema a lei caro da sempre: la maternità.
Ha esposto Api tuci - Luce un quadro dove viene espresso il forte legame, magnetico, che esiste tra una madre e il proprio figlio nei suoi primi anni di vita. Nel corpo della madre Gianna ha dipinto i disegni della sua piccola figlia, i primi segni di un bambino che rappresentano la sua percezione del mondo, quella che avviene tramite il contatto con la madre nel momento in cui attraverso l’allattamento, prende il nutrimento. Il titolo le è stato suggerito proprio dalla figlia, sua musa, mentre le chiedeva di accendere la luce dicendo: “Api Tuci”.


L’opera durante la mostra ha ricevuto numerosi apprezzamenti. Gianna ne era fiera, ma sempre a suo modo, un po’ con noncuranza, non era certo supponenza ma faceva parte del suo carattere modesto.
Una bellissima persona, oltre che una notevole artista come ho scoperto quando la madre ha chiamato me e Luca per organizzare tutto questo.
Sono felice di aver contribuito a costruire quel ricordo che Gianna senza dubbio merita.

La sua risata risuona piacevolmente per sempre nelle mie orecchie e una parte del mio cuore è per lei.

martedì 14 maggio 2013

Marina Abramovic, arte sociale?

L’inverno scorso ho visto con gli inUTILI amici il film sulla vita di Marina Abramovic. Un’artista che già conoscevo ma che ho potuto approfondire: Marina Abramovic, The artist is present.


Un documentario che assomiglia un po’ troppo a un film d’amore, ma che fa capire bene quanto un performer, in particolare, lei vivano la vita come una continua performance.
Mentre lo vedevo mi rendevo conto che ogni momento della sua giornata ogni suo pensiero, gesto, reazione sono all’interno della performance o del pensiero della perfomance.
Una situazione assoluta.

Molte cose che ha fatto non fanno parte delle mie corde le trovo troppo forti, troppo violente anche se le posso capire.
Al MOMA di New Yor, dove è stata seduta 700 ore ad attendere i propri interlocutori che avevano come unico limite di tempo gli orari di apertura del museo, ha messo in scena una installazione umana meravigliosa.
Lei davanti al pubblico, un individuo alla volta. Si fissano creano un legame, evanescente, temporaneo, forte, potente, ogni volta unico.
Unico è stato sicuramente, dopo 23 anni, l’incontro con il suo ex, Ulay, quello con cui ha vissuto esperienze intense di vita-arte-performance, quello con cui per lasciarsi sono andati sulla muraglia cinese, sono partiti uno da un capo e uno dall’altro e quando si sono incontrati si sono detti addio per sempre.

Sicuramente è una donna che ha un’energia eccezionale, un carisma raro.
Ma quello che ho visto mi ha fatto pensare, lei è riuscita a mettersi in contatto con l’altro, meglio, a permettere all’altro di creare un contatto con sè stesso, con i propri dolori. Quanta gente soffre, ognuno di noi ha le proprie sofferenze.
Lei è stata il tramite, l’elemento catalizzatore dei sentimenti dell’altro.
Come al solito io ne faccio una questione affettiva. Non posso farne a meno, mi sono sempre definita una squilibrata emotiva.
E ora è stato pubblicato un libro di Marco Anelli con una selezione di ritratti delle persone che si sono messe in relazione con l’artista.
Guardando quel film allora e quei ritratti ora non posso che riconoscere in quegli occhi, in quelle smorfie della bocca, in quei modi di piegare le teste: aperture, chiusure, diffidenze, supponenza, amore, gioia, dolore, presunzione, modestia, rimpianto, rimorso.
Vita. Tanta vita.
Azione e reazione.


Mi verrebbe quasi da dire che The artist is present possa essere difinita arte sociale.

Immagini:
The Artist is Present: Marina Abramovic
MoMA, New York
2010 © Marco Anelli

Una nuova pelle

Come i cicli della natura che si rinnovano ad ogni stagione insieme alla terra, la Dea Madre torna a fiorire per poi donare il frutto del suo ventre.




La dea madre riunisce in sè tutte le potenze della natura e i suoi attributi. Presiede alla nascita e alla crescita di tutti gli esseri, dalla fertilità della terra, alla sacralità dell’acqua al perpetuo rinnovarsi della feconda e inesauribile natura. Il giovane dio, suo figlio, segue i cicli della natura per nascere, morire e risorgere ripetendo così l’atto primordiale della creazione cosmica. Niente scompare ma tutto si reintegra nella materia primordiale”.


E’ stagione anche per la mia MAGNA MATER MAGNETICA e si prepara con una nuova pelle pronta per essere fecondata nuovamente.


lunedì 22 aprile 2013

#invasionidigitali #certosadibo

Invasione compiuta, sabato scorso, 20 aprile alla Certosa di Bologna.
Grazie Antonella Gasparato che l'hai organizzata.











Impegnativa dal punto di vista emotivo, bella dal punto di vista creativo.
Un'altra occasione per me per fare, tra le altre foto, dei ritratti "certosini".