domenica 19 maggio 2013

L’inUTILE Gianna

Le foto sono del sopralluogo che con Luca, Franco Basile e Clemente Fava, abbiamo fatto a febbraio 2013 nel laboratorio a casa di Silla Gardenghi Mazzoli, dove ancora si respira la voglia di fare arte di Gianna.

Ora è quasi tutto pronto, il catalogo, con la presentazione di Franco Basile e le testimonianze tra gli altri di Clemente Fava, Giorgio Burnelli e Giampiero Cane, è in stampa. Le opere sono già impacchettate, aspettano solo di essere meravigliosamente mostrate, per un evento che oltre che essere commemorativo è una possibilità di vedere l’operato di una grande artista.



L’8 di giugno alle 17 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel San Pietro Terme si inaugura la mostra di Gianna Regina Mazzoli: “Verità sogno e immaginazione”. Una mostra voluta con tutto il cuore da quella che io chiamo “donna guerriero”, una donna eccezionale che non poteva che partorire una persona meravigliosa come è stata Gianna: Silla Gardenghi Mazzoli.




Una retrospettiva delle opere di Gianna Regina Mazzoli degli anni tra la fine del ‘900 e i primi del 2000. Originaria di Castel San Pietro Terme si era trasferita a Venezia dove aveva vinto come decoratrice, prima donna nella storia, il Premio Torta insieme allo staff di restauro della Palla di Punta della Dogana. Oltre 60 opere tra incisioni, acrilico, carboncino, collage su tela e su carta, in uno stile tra informale e figurativo di grande forza espressiva.




Gianna non l’ho conosciuta tanti anni fa, non ho vissuto con lei momenti di condivisione adolescenziale.
Io e lei eravamo già grandi quando Luca Guenzi ci ha presentate. Ho avuto modo di capirla bene, lei non era una persona di quelle che si barricano dietro a scudi o apparenze, era quella che si dice una ragazza genuina. Sincera, socievole, allegra e, non ultimo, creativa.

Per la mostra inUTILE magnETICO, al Museo di Zoologia di Bologna, maggio 2012, io e Luca abbiamo invitato i membri del gruppo a produrre opere che fossero pertinenti al tema dell’evento “Campi magnetici/Magnetic fields” organizzato dal Dipartimento di Biologia dell’Università, che avessero, come solitamente succede nel nostro movimento d’arte e di pensiero, una forte valenza ironica.
Gianna con la sua leggera presenza ha dato la “sua” interpretazione, spostando il focus del magnetismo da un approccio scientifico o ambientale a un’interpretazione metaforica che vedeva la sua espressione nel tema a lei caro da sempre: la maternità.
Ha esposto Api tuci - Luce un quadro dove viene espresso il forte legame, magnetico, che esiste tra una madre e il proprio figlio nei suoi primi anni di vita. Nel corpo della madre Gianna ha dipinto i disegni della sua piccola figlia, i primi segni di un bambino che rappresentano la sua percezione del mondo, quella che avviene tramite il contatto con la madre nel momento in cui attraverso l’allattamento, prende il nutrimento. Il titolo le è stato suggerito proprio dalla figlia, sua musa, mentre le chiedeva di accendere la luce dicendo: “Api Tuci”.


L’opera durante la mostra ha ricevuto numerosi apprezzamenti. Gianna ne era fiera, ma sempre a suo modo, un po’ con noncuranza, non era certo supponenza ma faceva parte del suo carattere modesto.
Una bellissima persona, oltre che una notevole artista come ho scoperto quando la madre ha chiamato me e Luca per organizzare tutto questo.
Sono felice di aver contribuito a costruire quel ricordo che Gianna senza dubbio merita.

La sua risata risuona piacevolmente per sempre nelle mie orecchie e una parte del mio cuore è per lei.

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