lunedì 22 ottobre 2012

Arte ridimensionata

Mentre la realtà aumenta l’arte si ridimensiona.

Dopo la realtà virtuale ora va tanto di moda la realtà aumentata.
“Per realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR), o realtà mediata dall’elaboratore, si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi”.
L’ho vista utilizzata durante la presentazione della bella mostra delle Mistiche Nutelle che si è svolta a Villa Spada a settembre scorso.

Mentre la settimana scorsa con Luca Guenzi siamo andati, come facciamo da qualche anno a questa parte ad Art Verona. Si tratta di una fiera molto più piccola della nostra Arte Fiera, ma che per le sue dimensionni ridotte in termini di espositori e di spazio occupato è sempre stata per me molto godibile.



Quest’anno c’erano i soliti 2 padiglioni, ma la superficie espositiva era nettamente minore.
Meno gallerie, ma soprattutto, come ha notato subito Luca, opere molto più piccole.
Non ci sono più le grandi tele che implicavano enormi investimenti di denaro da parte dei collezionisti, ma piccoli quadri, spesso sistemati sulle pareti degli stand a gruppi. Anche le sculture sono più piccole. Ricordo anni fa alla Galleria Forni di Bologna che vidi per la prima volta delle sculture di cani ricoperte di carta di giornale, sono molto belle, ecco quest’anno dello stesso artista esponevano 2 bassotti.

Non entro delle dinamiche del mercato dell’arte degli ultimi 50 anni, dei grandi galleristi, delle aste, dei nomi roboanti degli artisti del mercato, solo ho percepito un’atmosfera molto diversa rispetto agli anni passati. Una maggiore disponibilità da parte dei galleristi a chiacchierare e scambiarsi opinioni. Ho visto anche molti musi lunghi di galleristi che passeggiavano annoiati tra le loro opere magnificienti, soprattutto nel padiglione dell’arte moderna.

Un mercato che per anni ha preso in giro il mondo, innalzando il prezzo di opere d’arte che spesso non ne valevano l’appellativo. Ovviamente questa è la mia opinione, le idee sono importanti ma possono essere anche utlizzate come come scusa per prendere in giro colossalmente, soprattutto quando, appunto, il valore aggiunto dato dal mercato è davvero eccessivo. Erano i mitici anni ‘80 e dintorni, periodi di vacche grasse insomma. Ora la musica sembra cambiare.



I segnali del camaimento ci sono.
Io penso che un'opera oltre ad avere del contenuto debba anche genearare un emozione in chi la guarda, deve insomma fare CLICK!
Ho visto le opere di un’artista che sembra essere noto ma che propone opere di denuncia sotto pseudonimo. Si chiama “Effetto Holtzman”, un’opera soprattutto “Artisti di Merda”, i famosi barattoli di Manzoni, rivisitati con sull’etichetta la dicitura: “Contenuto: Criticabile. Solo supporto tecnologico. Senza talento. Nel Maggio 2012”.
L’opera è presentata dalla galleria L’art industriel , delle persone in gamba ed estremamente disponibili.


Un’iniziativa estremamente interessante è INDEPENDENTS 3 Le nuove esperienze creative indipendenti, alla terza edizione
Un’intera sezione dedicata alle più interessanti realtà artistico-culturali sperimentali del panorama nazionale, che si muovono in maniera autonoma rispetto al sistema istituzionale. Ponendo l’attenzione su associazioni, fondazioni, collettivi e spazi no-profit italiani impegnati in percorsi autonomi di ricerca in ambito contemporaneo, spesso catalizzatori di nuove tendenze.
Abbiamo conosciuto: Interzona, Sponge, White fish tank, sodisuonare.

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